Se chiediamo all’Intelligenza Artificiale che cosa abbia fatto per il design, approssimativamente la risposta sarà: una rivoluzione in termini di strumenti, software, analisi dei dati, automazione dei processi, fatta con l’obiettivo di rendere la creazione più rapida, precisa e funzionale per l’utente. Anche cambiando il prompt, la formulazione varia di poco e tralascia, a ragione, un fattore fondamentale: quello umano, della scintilla creativa, della poesia.
Per questa ragione, il prompting diventa un’arte e restituisce alla parola il suo valore fondamentale: la virtualità. Una realtà potenziale o latente, una condizione che esiste in potenza e che può manifestarsi in vari modi. Non è sinonimo di irrealtà, ma di una realtà che esiste in modo diverso dall’attuale, come possibilità, pronta a diventare reale sotto determinate condizioni: l’IA è lo strumento che apre un varco verso queste condizioni.
In questo nuovo mondo, la storia del design di domani prende forma: natura, intelligenza e futuro si uniscono. La natura è il soggetto e richiama temi di sostenibilità, ricerca e sviluppo di materiali sempre più eco-friendly; l’intelligenza è il mezzo che si protende verso l’immaginazione in ogni campo, dal packaging alla cartotecnica, fino alle tecniche di stampa; il futuro è la tensione verso l’idea: rivelare il cuore di ogni packaging.
La profondità nell’arte, nella natura, nel packaging è nascosta in superficie.
