Alexandra Schimel-Fila è un’esperta del mondo luxury, in particolare di fashion e accessori di lusso, grazie alla sua esperienza trentennale nel settore del marketing e comunicazione per Zilli, il brand di abbigliamento e accessori uomo fondato dalla sua famiglia. Nell’intervista che ha rilasciato a Packaging Première 2023 rivela il suo punto di vista sul futuro del packaging di lusso, tra arte, design, alta qualità e sostenibilità.
Alexandra Schimel-Fila, luxury consultant ed esperta del mondo fashion di lusso, ha lavorato per 30 anni nell’azienda di famiglia, creatori del marchio Zilli, specialisti dell’abbigliamento di lusso maschile. L’azienda è stata fondata circa 50 anni fa a Lione, con produzione in Italia e in Francia e ha raggiunto una presenza globale a livello di retail. Qui, Alexandra Schimel-Fila ha sviluppato un’esperienza profonda nella comunicazione e marketing per il mondo del fashion e del lusso in generale.
Dopo la sua lunga attività nel brand di famiglia, quali sono i suoi progetti per il futuro?
Ora sono in un momento di transizione, sto pensando di creare la mia linea dedicata al lifestyle e home decor sempre nel mondo del lusso ma più dedicata all’art-de-vivre, al luxury lifestyle con oggetti per la casa e accessori per il tempo libero.
Quali potrebbero essere le sfide per i brand attuali e future nell’ambito del packaging?
Io sono cresciuta con l’idea di qualità, un valore in cui continuo a credere. E quello che l’esperienza mi ha insegnato è che non possiamo vendere un prodotto di lusso senza un packaging di lusso. Se il prodotto che si vende vuole essere di altissima qualità, allora anche il packaging deve essere di altissima qualità. È tutto un insieme, fa tutto parte dell’immagine del brand. La sfida è mantenere gli standard di qualità e allo stesso tempo trovare qualcosa che davvero identifichi il marchio e trovare in packaging anche un po’ particolare, che faccia la differenza.
Un evento come Packaging Première è sicuramente utilissimo a questo scopo perché è un modo di trovare idee per essere innovativi, sostenibili… una direzione in cui il mondo del lusso sta andando.
Pensa che esista un legame tra packaging, arte e design? Cosa pensa del fatto di esprimerlo con un’iniziativa come l’Art-Gallery che accoglie i visitatori all’evento?
L’arte fa parte della nostra vita ed è fortissimo il legame tra l’arte, la moda, il packaging, che trasmette la prima immagine di un prodotto.
Se dovesse lanciare la sua nuova linea di lifestyle e oggetti per la casa di lusso, cosa cercherebbe per quanto riguarda il packaging?
Cercherei ovviamente un prodotto di altissima qualità e il fatto che il packaging sia già un oggetto, un prodotto di per sé e non semplice imballaggio da buttare via. Cercherei un packaging da conservare e, perché no, collezionare. Cercherei di creare un packaging prezioso a livello di materiali, in modo che sia un peccato buttarlo. Il packaging deve essere parte del prodotto, perché questo fa la forza del marchio e gli permette di rimanere nel tempo. In questo modo si riprende sia il tema della sostenibilità, sia quello dell’arte nel mondo del lusso e del packaging.
Le porto un ricordo di mio padre: lui diceva sempre che il marchio deve lasciare un ricordo di sé e per questo, già circa 40 anni fa, aveva fatto creare dei copri-abiti di tessuto con una passamanerie di pelle, il materiale in cui il nostro brand era specializzato. Così ogni capo veniva venduto con la sua custodia, di tessuto con questo laccio di pelle attorno che riprendeva il colore del marchio e trasmetteva tutta l’immagine di qualità e raffinatezza del brand. Questo era un packaging che non si getta via.
Fonte: Spotify – Packaging Unboxd with Evelio Mattos
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